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Come le altre Città del Tufo, Sorano si sviluppa su di una lingua di tufo, materiale da costruzione che definisce le sue mura, le sue strade e i suoi edifici, ed è circondato da imponenti vallate che lasciano defluire i numerosi corsi d’acqua della zona.
Sorano è una delle città più suggestive del Sud Toscana, già abitata durante l’Età del Bronzo conserva nel suo territorio splendori archeologici incastonati in un paesaggio pittoresco e completamente incontaminato. La sua parte medioevale, sovrastata dall’imponente fortezza Orsini, è un dedalo fiabesco di stretti vicoli dove è facile perdere l’orientamento ed ancora più piacevole ritrovarlo date le sue piccole dimensioni.
Impossibile che sfugga allo sguardo, girando i vicoli di Sorano, è il Masso Leopoldino, che vi guiderà dall’alto con il suo grande orologio. Nel 18° secolo, quando il duca Leopoldo commissionò la costruzione della fortezza, voleva soddisfare in tutti i modi i suoi protagonismi di grandezza e credeteci ci è riuscito in pieno! La terrazza del masso è un vero punto di osservazione…quello che vi aspetta non è descrivibile!
Le tracce della civiltà etrusca sono in tutta la zona ben presenti ed anche qui, dopo aver visitato botteghe, vicoli e terrazze nascoste, potrete visitare le numerose necropoli che circondano il borgo.
Il territorio di Sorano, e delle Città del Tufo in generale, è disseminato da necropoli etrusche, da antichi insediamenti rupestri e dalle suggestive “Vie Cave”. Infatti, questa zona ha attirato sia gli Etruschi che i Romani poiché era considerata ricca di risorse da entrambe le civiltà. Anche se non avete interesse per la storia antica, la campagna merita una visita, anche solo per camminare tra le alte querce e vivere l’atmosfera selvaggia che tutt’oggi definisce il Sud Toscana.
Il parco di San Rocco, giusto dall’altra parte della vallata principale e raggiungibile a piedi dal paese, è un luogo incantevole dove rimanere assorti in contemplazione del panorama sul borgo.
Non è mai stata espugnata, la fortezza di Sorano. Imprendibile, labirintica, autosufficiente. Capace di resistere ad assedi infiniti (per quattro anni Siena, nel ’400, cercò di piegarne la resistenza). Niccolò III Orsini ne fece una fortificazione possente. Niccolò IV, invece, la trasformò in nascondiglio dopo le sue angherie e alcova dei suoi troppi amori violenti.
La fortezza è la costruzione più imponente di Sorano. Sorge sul dislivello di una rupe. È un capolavoro di equilibrismo architettonico. I suoi progettisti hanno assecondato e poi modificato la geografia dello sperone meridionale del paese. È una fortezza-città: vi potevano trovare rifugio tutti gli abitanti del paese. Aveva cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, poteva produrre energia dal vento e le macine di un mulino lavoravano granaglie e salnitro. Si sfamavano i soldati e si ottenevano le polveri necessarie a fabbricare munizioni. Nei suoi sotterranei vi è perfino una piccola cava di tufo. Sicuramente gli Aldobrandeschi, nel Medioevo più lontano, avevano già fortificato Sorano, ma furono gli Orsini a trasformare il paese in un formidabile presidio militare.
Gian Francesco Orsini e il figlio Niccolò IV, nel XVI secolo, incaricarono l’architetto senese Antonio Maria Lari di rafforzare le difese attraverso la realizzazione della piazza d’armi e dei due bastioni: la fortezza doveva essere capace di resistere alle nuove armi da fuoco. Entrando dalla parte alta di Sorano si incontra lo stemma monumentale sopra la volta: ricorda gli Aldobrandeschi (con il loro leone rampante) e gli Orsini (la rosa da cinque petali e l’orso araldico).
Nel primo slargo che si incontra inoltrandosi nella fortezza si trova l’ingombrante mastio, mentre su un lato dello spiazzo vi sono le eleganti linee geometriche del palazzo ottocentesco Ricci Busatti, un tempo appartenuto alla famiglia Lari ed oggi liceo linguistico. Due bastioni, a levante e a ponente, proteggono il mastio. Sono dedicati a San Marco e a San Pietro. Venezia e Roma, le città degli Orsini. Niccolò III era un guerriero mercenario: vendeva le sue capacità militari, il suo esercito fu ingaggiato più volte dai dogi veneziani. Roma, invece, era la città d’origine degli Orsini. Dagli spalti del bastione di San Marco, è bellissimo il panorama sul precipizio di case di Sorano. Un fossato divide i quartieri militari della fortezza dal palazzo di residenza dei conti Orsini.
Si percorre un ponte in mattoni di tufo per raggiungere un nuovo arco e una piccola piazza interna. Qui si trova anche un teatro dedicato a Niccolò IV da poche decine di posti spesso utilizzato dal comune per piccole rappresentazioni teatrali.
Il Museo del Medioevo e del Rinascimento è stato allestito nelle sale private del palazzo. È come entrare, da ospiti, nell’abitazione degli Orsini. Nelle vetrine sono custodite brocche, ciotole, frammenti di vetro, boccette di profumo; persino pitali e i recipienti, le panatelle, nei quali i contadini conservavano il pane raffermo. I pozzi di butto di palazzo Orsini hanno restituito piccoli tesori. Vi venivano gettati ceramiche e oggetti rotti o inutilizzabili. Secoli più tardi queste pattumiere casalinghe hanno permesso di poter raccontare la vita quotidiana degli anni del Rinascimento soranese.
Siamo nella torre occidentale del palazzo. Finestre come feritoie si affacciano sul paese. Luogo di meditazione? Studiolo dei conti? Stanza delle riflessioni di Niccolò IV Orsini? No, non era certo il tipo. Prepotente, feroce, arrogante, questo conte cinquecentesco si rinchiudeva nel suo torrione e qui faceva portare le donne che lo colpivano. Era l’alcova della sua violenza, questa stanza.. Raccontano che una donna, Antea, riuscì a fuggire e, inseguendola, Niccolò IV cadde in uno dei precipizi che circondavano la fortezza. La fortezza di Sorano, infatti, è costruita sul vuoto, sui confini di uno strapiombo.
Gli affreschi di questa stanzetta, riapparsi durante i restauri del 1967, sono incredibilmente leggeri e belli. È una testimonianza unica per le pitture rinascimentali: arte figurativa, musica e poesia raggruppate in un solo disegno. Niccolò IV era un personaggio malvagio, ma i suoi pittori erano geniali.
Difficile immaginare che questa costruzione abbia un’altezza ‘sotterranea’ di almeno quindici metri. È infatti un edificio su cinque livelli. Sapienti lavori di restauro hanno riaperto la spirale dei camminamenti nel sottosuolo della fortezza permettendo di accedervi solamente con visite guidate. L’ingresso, nonché il punto di inizio delle visite, è ai piedi del bastione di San Pietro. Qui si trovava il corpo di guardia, la prima difesa, invalicabile della fortezza in caso di pericolo.
I camminamenti sono un labirinto militare. Cunicoli stretti e aperture coniche fra pavimenti e soffitti per comunicare fra i soldati. Percorsi a ‘senso unico’: non è possibile incrociarsi lungo questi corridoi sotterranei, i militari rinascimentali dovevano seguire una precisa direzione per non scontrarsi l’un con l’altro. Feritoie si aprono in mura indistruttibili dalle artiglierie nemiche. Una spirale di gallerie sovrapposte risale i sotterranei del castello fino a ricondurci sotto il mastio centrale. Si esce all’aperto attraversando una stanza che, ai tempi degli Orsini, era una fonderia.
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Hotel della Fortezza
Via Benedetto Cairoli 5
58010 Sorano (GR)